Entro il 2050 si dormirà meno.

Il cambiamento climatico non ha effetti solo sull’ambiente ma anche sulla salute dell’uomo. E sulla qualità del sonno. Secondo uno studio, pubblicato sulla rivista “Science Advances”, più aumenta la temperatura, meno tempo trascorriamo a dormire.

Entro il 2050, termine entro il quale è previsto un aumento di 2 gradi centigradi di temperatura, potremmo arrivare a dormire circa mezz’ora in meno a settimana.

Il team di ricercatori dell’università della California,  ha studiato i dati raccolti dal Centres for Disease Control and Prevention riguardanti 765mila americani. A loro venivano fatte domande sul loro stile di vita, sulla loro dieta, sul loro impiego professionale e sui problemi con il sonno. Gli studiosi hanno isolato le risposte su quest’ultimo argomento e le hanno messe a confronto con i dati sul clima, per verificare eventuali corrispondenze. Hanno così notato che quando la temperatura notturna risultava essere di un grado centigrado in più rispetto alla media, provocava, nell’arco di un mese, almeno tre notti insonni per 100 persone.

Si tratta di perdere circa un’ora e 24 minuti di sonno al mese e circa 21 minuti a settimana, a causa di quel grado in più. Se, però, le temperature aumentassero di 2 gradi, come è previsto per il 2050, questo ruberebbe, soprattutto agli anziani (i quali sono risultati i più sensibili ai cambiamenti, ndr) almeno 42 minuti di sonno a settimana.
Dormire poco può rendere una persona più suscettibile alle malattie e intaccare il suo benessere psicologico e le funzioni cognitive. Ciò che il nostro studio dimostra è non soltanto che la temperatura dell’ambiente in cui si dorme può giocare un ruolo importante, ma che il cambiamento climatico può peggiorare la situazione aumentando i casi di insonnia.

huffingtonpost.it

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