Da Instagram a Master Chef, ecco come il Food porn può far male alla salute.

Sono diventati i protagonisti fotografici delle nostre tavole e anche i grandi chef sembrano ossessionati più dall’idea di preparare piatti degni di uno scatto fotografico sui social che buono da gustare.

Anche se guardare non significa mangiare, il Food porn ha anche delle conseguenze sulla nostra salute perché fa aumentare la fame, ci fa mangiare peggio e ruba energia al cervello.
IL PRIMO assaggio è quello con gli occhi”. Lo diceva già il gastronomo Apicio nel I secolo d.C. ma oggi più che mai la vista di cibi golosi sembra essere tanto importante – se non più importante – del loro effettivo sapore.

E’ il principio del Food Porn, termine esploso nei social network, nelle pubblicità e negli show televisivi dedicati alla cucina con un bombardamento continuo di immagini legate appunto ad alimenti da acquolina in bocca. Purtroppo, quasi sempre i cibi che suscitano tanta attenzione non sono quelli più salutari. Anzi, spesso è esattamente il contrario.
Nutrimento per il cervello. Dopo “pornografia”, la parola cibo è quella più cercata online. Ma non è tutta colpa dei pubblicitari o delle aziende perché spesso siamo proprio noi a cercare fotografie di cibi nei motori di ricerca. E’ come una sorta di “nutrimento digitale”. Tutti noi abbiamo sperimentato quella sensazione di solletico allo stomaco che ci sorprende quando vediamo un alimento gustoso. La vista di un cosiddetto “food porn” scatena la produzione di saliva per non parlare del rilascio di succhi gastrici che si verifica quando la gola si prepara a ricevere il cibo. Ma anche semplicemente leggere di alimentazione può avere lo stesso effetto. Diverse ricerche dimostrano che la semplice vista di “food porn” scatena alcune aree del cervello, tra cui quella del gusto e della ricompensa.

Food-porn ma tutti a dieta. Il fenomeno del Food porn ha un che di contradditorio: come mai ci “ingozziamo” di cibo in tv e online ma poi siamo sempre tutti a dieta?  In effetti, il cibo proprio per questa contraddizione viene sempre più spesso assimilato alla pornografia: si tratta del bisogno di alimentare continuamente un piacere proprio come avviene con la pornografia. “Nel famoso Minnesota study condotto alla fine degli anni ’50, alcuni uomini furono messi a dieta per simulare l’anoressia. In questo periodo dissero che le loro fantasie erano sempre orientate al cibo, proprio perché lo stare sempre a dieta produce il bisogno di parlare di cibo, di produrre ‘fantasie di fame’. Tre di quegli uomini poi sono diventati degli chef famosi”.

Chef per Instagram. Oggi sempre più chef dedicano particolare attenzione (che in alcuni casi diventa vera e propria ossessione) per il modo in cui i loro piatti vengono fotografati. E non soltanto per le fotografie che abbelliscono i loro libri di cucina. Secondo alcuni consulenti del mondo della ristorazione, alcuni chef cucinano pensando a come i loro piatti appariranno su Instagram. Lo stesso Alain Ducasse, tre stelle Michelin presso l’Hotel Dorchester di Londra, ha recentemente dichiarato: “La cucina è una festa per gli occhi e ho capito che i nostri ospiti desiderano condividere queste emozioni attraverso i social media”.

Proteine in movimento. Naturalmente le aziende di prodotti alimentari e le agenzie pubblicitarie non sono rimasti a guardare ed hanno cercato di sfruttare quest’ondata di interesse per il cibo cercando di capire cosa funzionasse di più. Scoprendo che gli alimenti ed in particolare quelli proteici (come la carne e le uova) diventano più interessanti se sono in movimento. Così, ad esempio, tra i video più cliccati su You Tube ci sono quelli in cui si vede una forchetta che rompe il tuorlo di un uovo. Il semplice fatto di vedere un cibo in azione lo rende più appetibile e la gente lo considera anche più fresco e genuino. Uno studio condotto presso la Cornell University ha dimostrato che tendiamo a considerare più attraente un succo di frutta che viene versato in un bicchiere rispetto al succo mostrato già dentro il bicchiere.

Fenomeno Mukbang. Un altro fenomeno legato al food porn è il cosiddetto mukbang ed arriva dalla Corea del Sud dove sono sempre più numerose le persone che guardano sul cellulare o sul computer altre persone che stanno mangiando o parlano di cibo. Milioni di persone indulgono in questa strana consuetudine che è apparsa per la prima volta nel 2011. La cosa sorprendente è che gli “attori” non sono chef stellati, personaggi dello spettacolo o ristoratori ma semplicemente persone che mangiano online (anche se spesso sono fotogeniche). Perché mai? Una possibile spiegazione è che per molte persone che mangiano da sole il mukbang è come avere una compagnia virtuale. Insomma, è come essere meno soli mentre si fa la pausa pranzo.

Il food porn aumenta l’appetito. Tutta questa libidine per il food porn deve preoccuparci? In fondo, le immagini degli alimenti non contengono calorie. Eppure qualche effetto collaterale ce l’ha anche solo il semplice guardare. In primo luogo, la visione di food porn fa aumentare l’appetito. Per esempio, in uno studio si è visto che la visione di un filmato di 7 minuti che mostrava pancakes, waffles, hamburger, uova ed altri alimenti in un ristorante aveva fatto aumentare la fame non solo nelle persone che non avevano mangiato nulla ma anche in chi aveva appena finito un pasto. A volte la visione del cibo e poi la corsa al frigorifero hanno anche una valenza compensatoria:  il continuo stimolare le fantasie appaga il bisogno ma può favorire crisi bulimiche specie se si tratta di persone che sono sempre a dieta, per cui può capitare di perdere il controllo e mangiare troppo.

Alimenti poco sani. Non solo. Il food porn è una sorta di slogan pubblicitario per tutti gli alimenti che non fanno bene alla salute. La maggior parte delle ricette preparate in televisione dagli chef sono incredibilmente caloriche e più ricche di grassi saturi (quelli più dannosi per la salute) e di sodio rispetto a quanto raccomandano le Linee guida dell’Organizzazione mondiale della salute. Il problema è che guardando i vari programmi televisivi la gente si convince che quel modo di cucinare e le porzioni presentate siano quelle giuste da mangiare anche a casa o al ristorante.

Indice di massa corporea. E’ stato ormai dimostrato che le persone che guardano più televisione hanno un Indice di Massa Corporea più alto. E questo è un dato di fatto che prescinde dal tipo di programmi che si vedono. Ovvero è lo stare seduti per più di 3-4 ore al giorno davanti alla Tv ad avere un effetto deleterio e non tanto quello che si vede. Ma ora gli esperti si stanno chiedendo se invece chi guarda programmi di cucina non abbia un Indice di Massa Corporea più alto rispetto a chi vede altri tipi di programmi. Il dubbio è più che legittimo visto che le varie ricerche di mercato hanno dimostrato che la pubblicità di prodotti alimentari ha delle conseguenze dirette sui consumi, specie quando si tratta di bambini. Purtroppo le persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare si nutrono continuamente di programmi dedicati al cibo e questi programmi sono molto nocivi per loro. Si tratta di persone che sono ossessionate dal pensiero del cibo, collezionano ricette, conoscono ogni questione nutrizionale, spesso sono cuoche/cuochi sopraffini. Il loro rapporto con il cibo è assolutamente pornografico, si nutrono del piacere visuale ed estetico di cibi.

Meno energie per il cervello. Ogni volta che vediamo delle immagini di alimenti – che si tratti di fotografie su una confezione, in un libro di cucina, in Tv o sui social media – il nostro cervello non può fare a meno di impegnarsi in una sorta di simulazione mentale. E’ come se simulasse quanto potrebbe accadere se mangiassimo davvero il cibo che stiamo solo guardando. In un certo senso, è come se il cervello non riuscisse a distinguere tra le immagini degli alimenti e dei veri e propri pasti. Questo significa che il cervello deve impegnare un po’ delle sue risorse per resistere a queste tentazioni virtuali.

Fonte:Repubblica.it

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