Ferrara prima città della prevenzione

Cogliamo l’occasione di mettere in evidenza parte dell’articolo pubblicato oggi sul portale di Repubblica Salute. L’argomento, la prevenzione, assume sempre più importanza anche dal punto di vista della gestione di una città.

Ferrara prima città della prevenzione, la ricetta per fermare tumori e malattie cardiovascolari
Si chiama “Ferrara città della prevenzione” ed è un progetto nato dalla collaborazione tra la locale Università, l’Ausl, il Comune e la provincia estense: già attivo da quattro mesi, ora che sta per entrare a regime – nella prima fase sperimentale ha coinvolto 12 mila persone selezionate, il 30 per cento delle quali è risultato a rischio – è stato presentato ufficialmente e spiegato nei dettagli.

Il piano si articolerà in una serie di iniziative, grandi e piccole: che vanno dall’attivazione di lezioni su stili di vita, alimentazione e prevenzioni nelle scuole di ogni ordine e grado (a partire dalle elementari) e nei centri anziani – con i medici specializzandi in veste di insegnanti – alla distribuzione capillare di opuscoli informativi; dall’allestimento di centri mobili nelle principali piazze della città che misureranno gratuitamente a tutti pressione arteriosa e giro vita, alla realizzazione di un sito internet e di una App (scaricabile su www.ferraracittadellaprevenzione.it) per calcolare il proprio rischio cardiovascolare. Ma soprattutto, a partire dalla primavera sarà attivato un master universitario in Prevenzione, mentre un gruppo di chef, sempre in ambito universitario, terrà corsi di cucina funzionali per diabetici, ipertesi e ipercolesterolemici.

“La prevenzione – sottolinea il rettore dell’ateneo ferrarese, Giorgio Zauli – sarà la griffe della nostra Università per i prossimi dieci anni. E non riguarderà solo la facoltà di Medicina: prevenzione la faranno anche Chimica con i suoi studi sui sensori ambientali e sulle plastiche, Fisica con quelli sulle fibre destinate allo sviluppo delle energie pulite e Architettura nel campo della progettazione urbanistica”.

A dare la misura della portata dell’esperimento sono i numeri: solo in Italia le malattie cardiovascolari uccidono mediamente 220mila persone ogni anno. Mentre i nuovi tumori diagnosticati sono 365mila, di cui 52mila del colon-retto e 41mila del polmone, solo per citare quelli più strettamente connessi con il regime alimentare e con gli stili di vita. Malattie che possono essere contenute e sovente, se diagnosticate per tempo, curate. “Il 40% delle neoplasie – sostiene infatti il professor Francesco Cognetti, oncologo e presidente della Fondazione “Insieme contro il cancro” – si può evitare adottando corretti stili di vita: non fumare, seguire la dieta mediterranea, combattere la sedentarietà e l’eccessivo consumo di alcool, sottoporsi alle vaccinazioni. Certo – aggiunge – il fattore di rischio più noto è il fumo. Ma il 40% degli italiani non pratica attività fisica, e solo il 20% segue la dieta mediterranea”.

E un discorso analogo vale per la salute del cuore. Ricorda Roberto Ferrari, direttore di Cardiologia dell’Università di Ferrara, che “ormai è dimostrato che gli individui che hanno geneticamente valori bassi di pressioni arteriosa e colosterolo basso non sviluppano malattie cardiovascolari. Se riuscissimo ad abbassare la pressione di 10 mm di mercurio e il colesterolo di 1 mmol (millimoli per litro) potremmo evitare il 90% delle patologie a carico del cuore. Ma tutto questo va fatto in giovane età, perché queste malattie hanno una lunga incubazione: da qui l’importanza di un progetto che punta principalmente sulla prevenzione”.

Fonte: Repubblica.it
Data: 24/01/2017
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