La meditazione? Si fa con una App sul telefono

Sono sempre di più gli appassionati della meditazione, con un unico obiettivo: ottenere il relax psicofisico. E se non tutti hanno il tempo, oltre che la disponibilità, per recarsi in uno dei centri per la «mindfulness», meditare è possibile oggi avendo con sé anche soltanto il proprio smartphone. Si chiama «Medita Ora» la nuova applicazione in italiano lanciata da «Mindfulness Everywhere», già creatrice dell’app «Buddhify», tra le più scaricate dagli appassionati.

Per chi non ha tempo e modo di trovare uno spazio dedicato alla «mindfulness» è arrivato un sistema fruibile tramite lo smartphone

Come funziona «Medita Ora»?

Disegnata per aiutare a raggiungere uno stato di calma, autoconsapevolezza e pace interiore e pensata per coloro che conducono una vita frenetica, «Medita Ora» è disponibile per iOS e Android. La app dispone di ventuno meditazioni guidate differenti per accompagnare ogni tipo di attività quotidiana: il risveglio, il viaggio, camminando, nella pausa dal lavoro, per i momenti di stress, a casa e per dormire. Oltre alle meditazioni guidate, «Medita Ora» è dotata di un timer per aiutare a meditare senza la voce guida, così come di una serie di spiegazioni dei punti chiave della «mindfulness» per approfondire la conoscenza sulla meditazione e il suo funzionamento. Inoltre contiene una dozzina di brevi esercizi da provare da soli.

Da dove nasce la passione?

Una delle tradizioni del buddhismo classico è arrivata in Italia «grazie agli elementi di scienza occidentale che rendono la meditazione un veicolo adatto alla nostra cultura», spiega lo psicoterapeuta Fabio Giommi. «Mindfulness» è uno dei primi vocaboli che scopre chi si avvicina alla pratica. Ovvero, consapevolezza: di azioni, emozioni e pensieri. È arrivando alla piena accettazione di sé che si giunge alla massima espressione delle proprie capacità.

Se negli Usa, grazie agli studi pionieristici di John Kabat-Zinn, si parla di «rivoluzione della consapevolezza», in Italia la nuova rotta è battuta, per lo più, a livello individuale. Nasce anche da qui la necessità di avere un supporto sempre con sé, grazie a cui ritagliarsi piccoli momenti di relax. «La meditazione non è una strategia per migliorare la concentrazione, ottenere la pace interiore e creare il vuoto mentale», chiarisce Davide Anchisi, ricercatore del dipartimento di scienze mediche e biologiche dell’Università di Udine. Questi, al massimo, sono gli effetti della pratica, definita come «un esercizio di attenzione e di distacco dalle emozioni».

È attraverso questi due passaggi che si riporta la concentrazione sugli obiettivi primari: una gara, un esame, un intervento chirurgico. L’approccio con la meditazione non fa sparire le insicurezze, ma cambia il modo di conviverci. E liberare la mente è d’aiuto anche per chi ha necessità di curare le dipendenze.

Almeno venti minuti al giorno

L’attenzione della comunità scientifica alla meditazione è cresciuta esponenzialmente e oggi alcune evidenze sono condivise. Chi medita risulta meno stressato ed esposto alle malattie croniche, ottiene risultati migliori nelle proprie performance e nei rapporti interpersonali. Intanto la meditazione è utilizzata anche in molti ospedali nella comprensione dei disturbi alimentari, nel trattamento dell’obesità e del dolore cronico, nella gestione dell’ansia. «Benefici sono emersi pure rispetto alla terapia di alcuni disturbi borderline», spiega Cristiano Crescentini, ricercatore dell’ateneo di Udine. Venti minuti al giorno è la «dose» di meditazione consigliata.
Fonte: La Stampa Twitter @fabioditodaro

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